In questo primo articolo osserviamo la prima fase che, secoli dopo, ci ha portato al termine Yoga.
Iniziamo analizzando i due popoli che vissero nel subcontinente indiano:
Il primo, la civiltà della Valle dell’Indo, popolo che emerge e si sviluppa dal 2800 a.C. nell’india nord occidentale, per poi sparire quasi improvvisamente nel 1800 a.C.; il secondo, il popolo Ārya, nomadi originari del Caucaso, che a partire dal 1500 a.C., attraverso il corridoio dell’Hindokush, odierno Pakistan, penetrano nel subcontinente indiano.
É quest’ultimo popolo a portare con se la cultura vedica e la lingua sanscrita, appartenente alla famiglia delle lingue Indoeuropee.
Prima di approfondire, è giusto fare una precisazione; spesso si sente dire che lo yoga ha più di 5000 anni, e che, fin dalle origini, non sia cambiato molto.
Questa imprecisione nasce nel 1931 dal ritrovamento di alcune figure nel sito archeologico di Mohenjo Daro, apparentemente sedute in posizioni attribuibili allo yoga.
Il ritrovamento, dovuto Sir John Marshall, diede il via a svariate speculazioni su questa figura, vedendone un “protoshiva” o uno yogin in determinate pratiche yogiche o tantriche.
Per intenderci, questa figura è nella stessa posizione in cui siamo abituati vedere il Buddha, Shiva e altre figure sedute in meditazione.
A sostegno di queste tesi però non c’è alcuna prova a noi pervenuta. Sempre a sostegno c’è anche un profondo senso di nazionalismo da parte dell’India stessa; il sito di Mohenjo Daro, essendo un prodotto della civiltà vallinda, ricondurrebbe così lo Yoga nel popolo autoctono dell’india, e non ai nomadi Ārya provenienti dal Caucaso.
Questa tesi, che vuole vedere lo Yoga come una forma ben definita già in tempi remoti e antecedenti ad altre culture e religioni, viene sostenuta anche dal Common Yoga Protocol.
In questa prospettiva lo Yoga viene visto come una scienza primordiale, con appunto più di 5000 anni e pervenuta fino a noi quasi del tutti immutata.
Questa è certamente un visione molto romantica, matrovo più interessante poter vedere quali popoli, culture e religioni hanno sviluppato e influenzato questa dottrina spirituale, comunque molto antica.
Torniamo quindi al 1500 a.C. circa e al popolo Ārya, popolo appunto nomade proveniente dal Caucaso, detentore della cultura vedica, che si fuse con i popoli rimanenti della precedente cultura della valle dell’Indo.
Questo popolo compose i Veda, i più antichi testi religiosi sudasiatici, trasmessi originariamente in modo orale e messi per iscritto a partire dal 1200 a.C.
È proprio nei testi vedici compresi tra il 1200 e l’ 800 a.C. che emerge per la prima volta il termine Yoga.
Dal suffisso Sancrito “Yui”, significa “aggiogare”, riferito originariamente all’ aggiogamento di buoi e cavalli ai carri.
È solo qualche secolo più tardi che ci si riferirà a l termine Yoga come disciplina spirituale sistematica, dove l’aggiogamento si riferirà alla mente.
Tuttavia è da qui che sorgono i primi operatori Religiosi, come i veggenti (ṛṣi), gli asceti dai lunghi capelli (keśin) e i saggi silenziosi (muni) che praticavano forme di ascetismo (tapas), tecniche di controllo del respiro e utilizzavano sostanze psicoattive. Queste figure e le loro pratiche rappresentano i primi germogli di ciò che sarebbe poi diventato lo yoga.
Nel prossimo articolo vedremo la seconda fase di questa evoluzione, attraverso i popoli che animeranno la pianura gangetica.
Grazie per la lettura.
Diego

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In questa prima puntata vediamo il significato del termine Yoga nei Veda portati dal popolo Ārya nella Valle dell’Indo, attraverso la storia del sub-continente indiano.
